Ti specchi, ma non sei solo.
Ci sono altri, c’è altro (una carta da parati, la finestra, la luce). L’identità è frutto di un’interazione.
Cosa cerchiamo quando ci specchiamo?
Si parla di identità ma si cade spesso nella solitudine di un ego muto, di una superficie che verifichiamo (controllando le rughe, la forma, il grasso) ma non conosciamo. Alla ricerca del chi sono (o del come mi vedono). Alla ricerca dell’identità; ma questa nasce dalla relazione e nella relazione.
È nella relazione che l’identità emerge, anche come riflessione su di sé.

Un lavoro sull’identità quindi che porta con sé due domande:

Specchiare o riflettere?

Si può dire io senza noi?

La luce entra di taglio dalla finestra.
Chi c’è nella stanza?
Nello specchio, il tuo vestito appoggia sul muro scrostato.
E la carta da parati? come sta con i tuoi occhi?
Cosa ti dicono e cosa dici tu a queste pareti? ti ospitano? o no?
Ti guardi allo specchio, e c’è la stanza,
la luce, il pavimento
Poi andrai
Lo specchio è vuoto. mancherai
Sei quel vuoto
L’impronta che non c’è
Il mancante
che cambiava la stanza